Francesco d'Alessandria (che sappiamo nascosto e forgiudicato; sempre testimoni irreperibili). Soggiunse di non ricordarsi che in presenza sua il Campanella avesse mai parlato di cose di fede. Con ciò manifestamente non v'era alcun luogo a ripetizione, e gl'interrogatorii e gli articoli doveano mettersi da banda. - Ci sarebbe stato da esaminare anche Giulio Contestabile; ma non si sapeva nemmeno dove si trovasse, ed è certo che, oltre un mese dopo questo al quale siamo pervenuti, il Nunzio non era riuscito ad averne notizia, come rilevasi da una sua lettera al Vescovo di Squillace(252).
Fu quindi sospesa la trattazione della causa, probabilmente con la speranza di trovare la persona del Contestabile, ed anche con la speranza di avere qualche risultamento dalle informazioni commesse a Squillace. Scorsero così presso a poco due mesi senza far nulla, e può intendersi con quanta mala soddisfazione del Governo Vicereale: ma si verificarono in questo periodo di tempo diversi avvenimenti, de' quali andiamo a dar conto. E dapprima furono ripigliate le sedute dell'altro tribunale per trattare la causa del clerico Marcantonio Pittella, che le forze Regie aveano catturato nuovamente dopo la sua fuga: ma di questo, che non entra nell'argomento attuale della nostra narrazione, discorreremo altrove. Un avvenimento, da doversi qui ricordare, fu l'invio di un memoriale di fra Pietro Ponzio a S. S.tà, per reclamare un provvedimento intorno alla sua singolare posizione. Non ci è venuto sott'occhio il testo del memoriale, ma ne abbiamo trovato qualche altro consimile inviato più tardi dallo stesso fra Pietro, che non cessò mai dall'inviarne; e in sostanza egli, non vedendosi incriminato in nulla, chiedeva di essere giudicato, e non trattenuto in carcere solamente perchè germano di fra Dionisio.
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