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      Il Nunzio, cui fu trasmesso il memoriale dal Card.l S. Giorgio, con sua lettera del 6 aprile rispose, esser vero che fra Pietro "fu preso come fratello di fra Dionigi Pontio capo insieme con il Campanella della pretensa ribellione, pretendendolo informato di essa, et non havendo trovato contra di lui cosa di fondamento, si sarebbe liberato con molti altri che si liberarono, se egli stesso con i ragionamenti fatti di notte con il Campanella da certe finestre non si fosse reso sospetto d'esser informato del tutto; et perchè questa causa della ribellione resta sospesa da quella della Inquisitione, per questo non si è passato più avanti contro di lui; quando si tratti di nuovo di questo negotio, che potrà esser presto, per la speditione che si deve dare ad un Clerico (int. il Pittella), che dopo d'essere stato un pezzo latitante è venuto finalmente in mano della Corte, et la sua causa è in speditione, procurerò si tratti anche di spedir quella di questo fra Pietro, che per quanto vado considerando deve essere anche lui di mala razza"(253). Vegga ognuno se possa dirsi questo il linguaggio di un Giudice serio e giusto: d'altronde egli non fece nulla di quanto promise; scorso poco più di un mese il Pittella era già fuori carcere come si rileva dalla sua lettera al Vescovo di Squillace, e fra Pietro rimaneva a languire nel Castel nuovo(254).
      Un altro avvenimento d'importanza anche maggiore fu l'invio di un memoriale di fra Dionisio a S. S.tà, per far conoscere che fra Marco di Marcianise avea mandato fra Cornelio in Ispagna, la quale circostanza poteva ben connettersi con le loro gesta in Calabria contro i poveri frati(255). S. S.tà, per mezzo del Card.l di S.ta Severina, ingiunse al Nunzio che s'informasse di tale partenza di fra Cornelio per la Spagna, "da chi vi sia mandato, et à che effetto"; ed il Nunzio, con sue lettere del 6 e del 20 aprile, rispondeva in certi termini che meritano di essere testualmente riferiti e ben considerati.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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