Per verità il Campa
nella e socii potevano essere molto colpevoli, ed anzi per noi giuridicamente lo erano, ma meritavano senza dubbio Giudici assai migliori di quelli che ebbero.
L'ultimo avvenimento, che si verificò nel periodo di tempo al quale siamo pervenuti, fu la morte dello sciagurato fra Gio. Battista di Pizzoni. Il 14 maggio, dopo tante sofferenze per la spalla slogata e suppurata, dopo un'apoplessia che gli tolse la parola per quattro giorni (circostanza da notarsi), egli spirò nelle carceri del Castello: lo mostra un'informazione, che d'ordine de' Giudici fu presa da Gio. Camillo Prezioso, e sulla data della morte concorda anche la notizia che ne abbiamo trovata ne' libri Parrocchiali della Chiesa del Castel nuovo. Difatti in un elenco di morti posto al sèguito del libro III, col titolo "Memoria de quilli che morino in questo Castello novo dal di 23 de giugno fatta 1597" si legge: "A di 14 de maggio 1601 morse fra gio. batt.a calabrese". Con questa vaga indicazione, impossibile a decifrarsi senza l'aiuto di altri documenti, trovasi registrato l'amico intimo divenuto poi accusatore del Campanella, colui che fornì la base principale a quei processi, onde il povero filosofo ebbe a patire tante miserie, ed egli medesimo fu tratto ad una precoce fine odiato e malmenato da tutti. - L'informazione su questa morte fu presa il 1° giugno, e fu inserta nel 3° volume del processo, al sèguito delle difese che il Pizzoni avea fatte. Vennero esaminati Alonso Martines carceriere, Antonio de Torres carceriere anche lui e socio del Martines, inoltre Marcello Salerno carcerato per la ribellione, che già abbiamo conosciuto in altri Atti precedenti.
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