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      (258). Evidentemente questa lettera, fatta scrivere dal Petrolo infermo, era un pretesto per pigliar tempo e scansare il tormento almeno per qualche giorno; la lettera medesima di fra Pietro di Stilo, senza dubbio poggiata su qualche cosa assai più concludente, non aveva uno scopo diverso; ma i Giudici cominciarono per fare amministrare il tormento, e di poi, anzi durante il tormento, si occuparono di tali lettere ad essi inviate.
      Il 4 giugno dunque il povero Campanella ebbe quell'atroce tormento detto la veglia, prolungato senza misericordia fino alla metà del giorno successivo. E prima di tutto dobbiamo spiegare in che consisteva la veglia, ed inoltre rammentare in che modo lo stesso Campanella ne parlò specialmente nella sua Narrazione. Anche qui le più esatte notizie ci sono fornite da un medico, e questa volta de' più celebri, da Paolo Zacchia. Si conosce che la veglia fu inventata nella 1a metà del 1500 da Ippolito de Marsiliis, famoso criminalista bolognese e Giudice nella Valle Lugana, "avverso gli ostinati e coloro i quali non temevano i tormenti". Egli si serviva soltanto di uno scanno di legno su cui faceva sedere l'inquisito per 40 ore, con due uomini a lato, i quali, ogni qual volta l'inquisito accennava a dormire, gli davano con la mano sul capo e glie lo sollevavano per tenerlo desto, venendo di tempo in tempo surrogati da altri, mentre i primi andavano a riposare; e il De Marsiliis si applaudiva molto di questo suo trovato, il quale, come egli scrisse, eragli parso piuttosto una cosa da ridere che un tormento, prima che ne avesse fatta l'esperienza, mentre invece ebbe a vedere "non trovarsi alcuno tanto feroce da potervi resistere" (era feroce l'inquisito, non il Giudice); al più tardi in due notti ed un giorno, con la promessa del riposo, l'inquisito confessava tutto, e però bisognava rammentarsi di questo genere di tormento che era della massima potenza e non affliggeva il corpo, "sicchè per esso il Giudice non incorreva mai in sindacato". Immediatamente i suoi contemporanei e successori se ne giovarono, accertandone tutti i vantaggi, come li accertò p. es.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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