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      Le copie di tutti questi Atti processuali erano inviate mano mano a Roma, secondochè mostrano le note di tempo in tempo inserte nel processo dal Notaro Prezioso: ma dopo tanto movimento si ebbe una lunga fermata, sicuramente perchè i forti calori della stagione estiva solevano tenere lontano da Napoli il Vescovo di Caserta, e poi più tardi perchè la malattia la quale afflisse il Vicerè, e finì per trarlo alla tomba, fece mancare un assiduo ed istancabile sollecitatore della causa. Appena un solo altro Atto fu compiuto nel resto dell'anno, e con molta fiacchezza, per un novello incidente sorto in questo tempo.
      Il 2 agosto avveniva tra frati e laici carcerati una rissa, della quale non si potrebbero in modo assoluto affermare le particolarità precise, poichè fu seguita da fatti ne' quali dovè intervenire il tribunale, e naturalmente ogni inquisito si fece a narrare le cose a modo suo: ne diremo quanto si potè raccogliere intorno ad essa dalle migliori testimonianze non soltanto degl'inquisiti ma anche degli ufficiali del Castello. Quello spirito irrequieto di Felice Gagliardo era stato dapprima in compagnia di Orazio S.ta Croce nel Castello dell'ovo per 17 mesi, ed ivi, oltre al mantenere corrispondenza co' banditi delle vicinanze di Reggio, che stavano in relazioni col padrigno suo Pietro Veronese, oltre al comporre prose e versi, un po' per bizzarria un po' per bisogno si diede a coltivare la negromanzia: il Castellano D. Melchiorre Mexia de Figueroa, che già l'avea fatto rinchiudere in un criminale, avvertito da' carcerati, e tra questi anche da Jacobo Moretto, che presso di lui si trovavano molte carte di negromanzia e già molte altre dello stesso genere ne avea lacerate, fece egli medesimo una ricerca e prese tutte le carte che trovò, delle quali alcune trasmise a D. Giovanni Sances, altre tenne presso di sè, altre lasciò prendere da Scipione Moccia Auditore del Castello.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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