Dopo questo esame il processo rimase lungamente interrotto, nè venne ripigliato che scorsi quattro altri mesi, nel luglio; dobbiamo dunque anche noi interromperne l'esposizione.
Dicevamo che il tribunale non credè di dover ritardare la spedizione della causa principale per qualsiasi motivo, e difatti il 19 gennaio 1602 ordinò che fosse condotto alla sua presenza fra Dionisio, e gli assegnò un termine preciso e perentorio di altri 15 giorni per fare qualunque difesa se volesse farne; e fra Dionisio espose che non aveva Avvocato, e che gli occorreva la copia delle difese sin allora fatte. Nel giorno medesimo tenne lo stesso procedimento col Petrolo, col Lauriana, con fra Pietro di Stilo, con fra Paolo, col Bitonto, chiamandoli in massa alla sua presenza, e non ricordando che fra Pietro di Stilo aveva già da un pezzo rinunziato alle difese. - Ma il 26 gennaio fra Paolo e il Bitonto presentarono egualmente la loro rinunzia e dimandarono di essere spediti secondo gli Atti del processo che ritenevano legittimamente compilato, dicendosi poverissimi ed innocentissimi, cruciati da lungo carcere "per la tentata ribellione pretesa e figurata in aria, con riverenza, e per l'eresia": lo stesso poi fecero, il 29 gennaio, il Lauriana e il Petrolo, dicendosi del pari innocenti, innocentissimi, cruciati da lungo carcere e l'ultimo di loro anche da un lungo tormento. Il tribunale allora, il 31 gennaio, citò questi frati compreso fra Pietro di Stilo, ed il loro Avvocato Stinca e Procuratore Montella, perchè dopo di essere stata intimata tale citazione venissero sulle 19 ore (verso mezzogiorno) alle case de' Giudici, per dire ed allegare su' capi spettanti al S.to Officio ciò che volessero, tanto a voce che in iscritto, nel diritto e nel fatto; e l'intimazione fu eseguita il 2 febbraio.
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