A questi tre venne ad aggiungersi ancora Orazio S.ta Croce, il quale per altro attestò solamente di aver veduto il Bitonto portare la sua cassa in camera di fra Dionisio e là deporla: con ogni probabilità egli dovè rilasciare questa dichiarazione, del resto veridica, a fine di cattivarsi i Ponzii co' quali gli premeva di far la pace, che difatti fu segnata tra loro nel seguente mese e gli procurò l'assoluzione dalla scomunica in cui era incorso. Fecero da testimoni nell'anzidetta dichiarazione il Curato e il Sagrestano del Castello, D. Gaspare d'Accetto e D. Francesco della Porta, inoltre il sergente Alarcon e due altri: essi certificarono le firme de' dichiaranti, ma solo quelle de' primi tre, la qual cosa dà motivo di ritenere che il S.ta Croce dovè intervenire più tardi.
E si ebbero finalmente le scritture che si aspettavano, verso il 20 febbraio. A questa data, secondochè si legge nella prima carta del volume in cui quasi tutte furono riunite come allegati, D. Juan Lezcano, segretario di S. Eccellenza, partecipò al Vescovo di Caserta che S. E. aveva ordinato a D. Giovanni Sances di consegnare a S. S.ia R.ma le scritture trovate nella cassa di fra Dionisio Ponzio, ed insieme con esse una relazione di Marcello Barrese sul come erano state trovate. Questa relazione o non fu fatta, o non rimase nel processo, ciò che riesce più probabile; ma le scritture furono consegnate tutte, per quanto è lecito giudicare dagli Atti processuali che ne trattarono, comprese quelle trovate fuori la cassa, ed esclusa soltanto la lettera trovata chiusa presso il Campanella, della quale non si fece mai più parola.
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