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      Il 19 marzo, con un ritardo verosimilmente prodotto dalla necessitā di trovare il Figueroa e il Navarro, vennero esaminati Felice Gagliardo e fra Pietro Ponzio. Il Gagliardo disse essere stato carcerato in Castelvetere per un colpo di fucile tirato in rissa ad un suo cognato, e poi essere stato tradotto in Napoli per la causa della ribellione, dopochč Cesare Pisano, venuto nelle stesse carceri di Castelvetere e quivi visitato da fra Dionisio e dal Campanella, lo avea nominato in tortura qual complice nella detta ribellione. Chiesero allora i Giudici di che aveano parlato al Pisano il Campanella e fra Dionisio; ed egli rispose che aveano parlato segretamente, e non ne sapeva nulla, ma che fra Dionisio gli aveva poi detto che avesse dato credito a quanto gli diceva Cesare Pisano, e soggiunse, "io credo che mi volesse significare che havesse credito ā quello mi diceva detto Cesare ā prestarli dinari, di che ne hō fatto fede ā detto frā Dionisio" (ben si vede che rilasciava fedi senza difficoltā, e senza nemmeno curarsi delle contradizioni in materie tanto gravi). Dietro altre dimande disse che de' frati avea conosciuto solo il Bitonto venuto a predicare in Condeianni; e fattagli l'obiezione, come mai, non avendo prima conosciuto nč visto fra Dionisio, costui avesse potuto dirgli che prestasse danaro a Cesare Pisano, rispose, "lo detto Cesare havea detto che io era felice gagliardo gentilhomo di hierace, et cossė detto fra Dionisio me disse quelle parole"! Ma infine si venne alla faccenda delle scritture, e dietro varie dimande rispose, che ciascuno de' frati carcerati, co' quali si trovava di camera, aveva una cassa, ma egli non aveva nč cassa, nč scritture, nč libri, e solamente qualche lettera; che in luglio "perchč in detta camera ci entrava ogn'uno et non so che si perdío.... frā Paolo portō la sua cassa alla camera di Geronimo Campanella patre di frā thomaso Campanella, e frā Gioseppe (Bitonto) portō la sua cassa in camera di fra Dionisio pontio"; che il Soldaniero diede allora al Bitonto un involto di scritture sigillate perchč glie lo conservasse, ed egli non sapeva che scritture fossero, ma poi il Soldaniero gli avea detto che erano scritture proibite, senza manifestargli altri particolari sopra di esse, e che le avea fatte trovare in camera di fra Dionisio per rovinarlo, ond'egli ne avea rilasciata una fede, alla quale si rimetteva.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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