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      Dietro altra domanda poi disse, che pure un Marc'Antonio Bruno di Condeianni, dimorante in Napoli alla piazza dell'olmo, era venuto più volte nel carcere, ed avea avuto segreti dal Gagliardo, e si era lamentato che gli avea fatto spendere 10 ducati senza alcun profitto, aggiungendo che spesso si chiudevano in camera e scrivevano, ed una volta "haveano fatto non sò che pignatello al foco, pieno di capelli et ossa, cera et altre forfantarie che il fuoco ce havea immorbati tutti, et questo lo vedde ancora fra Paolo della grottaria e fra Domenico di stignano" (ma c'è ragione di credere che costoro, e massime il Bitonto, fossero consenzienti a queste prove di suffumigi). Aggiungiamo che la novella scrittura fu subito mandata al P.e Cherubino, che la qualificò col "sapit haeresim manifeste", e fu unita con le altre costituenti il 2° gruppo o gruppo delle scritture appartenenti al Gagliardo(303). - Frattanto venne subito chiamato Nicolò Napolella, giovane a venti anni, nativo di Napoli e paggio come sopra si è detto, il quale credè opportuno mettersi in assoluta negativa, onde il suo interrogatorio ci risulta un modello di pervicacia nell'inquisito e di pazienza ne' Giudici. Sempre dietro dimande disse aver conosciuto il Gagliardo nel Castello, ma non aver mai trattato di segreti con lui; averlo visto sei o sette giorni prima, ed avergli parlato in frotta con molti, "e si raggionò come stai, come la passi, e vi bascio la mano"! Disse aver conosciuto anche il Bitonto, ma non avergli mai parlato di scritture nè chiesto consigli, aggiungendo, "faccionosi li fatti loro, è mi lascino stare, è non mi vadano inbrogliando à queste cose". E i Giudici, "che dica chi sono quelli che lo voleno inbrogliare, et in che"; ed egli si fece allora a narrare che la sera precedente fra Pietro l'avea chiamato in disparte, dicendogli di avere informato il tribunale del segreto per amore dato al Gagliardo e raccomandandogli di deporre che era vero, ed egli avea risposto "buono" (int.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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