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      - Da ultimo fu esaminato anche fra Paolo della Grotteria il quale disse di non conoscere il carattere del Gagliardo, non avendo avuto mai amicizia con lui, comunque egli dimorasse in una medesima stanza e scrivesse tutta la notte (negativa tirata un po' troppo). Dietro dimande, attestò che il Gagliardo avea pessima fama, dicendo, "et ognuno se ne lamenta e ne dice male, et mò inganna uno et mò un altro, et dà ad intendere molte cose de fattochiarie"; attestò ancora che la cassa trovata nella camera di fra Dionisio vi era stata portata dal Bitonto, "che nella ricerca fatta dagli ufficiali in camera sua molte scritture furono trovate sotto il capezzale del Gagliardo, e andati via gli Ufficiali il Bitonto trovò a terra un libro e disse dover essere quello il libro che il Gagliardo dolevasi di avere perduto. Così mentre il Bitonto deponeva che il libro era stato trovato da fra Paolo, costui deponeva essere stato trovato dal Bitonto, e tutto induce a far ritenere che il libro stava nelle mani di entrambi, come pure che il Gagliardo avea bensì copiate di sua mano le più notevoli tra quelle scritture, ma in servigio specialmente del Bitonto, il quale vi annetteva molto interesse e le teneva suggellate e chiuse nella sua cassa. Pertanto si riuscì a far cadere ogni cosa sulle spalle del Gagliardo, ed anche, fino ad un certo punto, se ne trasse profitto per la difesa della causa principale, mostrando nel Soldaniero un fatto di animosità ed inimicizia, che costui non avea nemmeno sognato.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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