Rimanevano tuttavia ad esaminarsi il Moya già luogotenente del Castello a tempo della ricerca delle scritture, oltrechè il Figueroa già Castellano del Castel dell'uovo, e il Navarro soldato del medesimo Castello, per le altre scritture ivi trovate al Gagliardo anteriormente. Il Moya, divenuto capitano e non più dimorante nel Castel nuovo, fu citato più volte a voce ma non si curò di comparire; laonde il 28 marzo fu ordinato dal Vescovo di Caserta ed intimata dal cursore una nuova citazione in iscritto esistente in processo, con monitorio di dover comparire l'indomani personalmente sotto pena di scomunica ipso facto incurrenda, e malgrado ciò anche questa volta egli non comparve. Ma comparve il Navarro e poi il Figueroa (20 e 22 aprile). Francesco Navarro, di Montbeltran nella nuova Castiglia, disse aver conosciuto il Gagliardo fin dall'anno precedente carcerato nel Castello dell'uovo, essergli state trovate dal Castellano di quel tempo certe scritture che furono date a Scipione Moccia Auditore e potersene avere più distinta notizia dal detto Castellano Figueroa. - D. Melchiorre Mexia de Figueroa, di Messico nella Nuova Spagna(306), disse di aver tenuto carcerato nel Castello dell'uovo il Gagliardo, e perchè era molto inquieto, avere ordinato che fosse chiuso in un criminale lui ed anche Orazio S.ta Croce; narrò la ricerca di scritture fattagli dietro avviso di altri carcerati, e la scoverta di molte carte di negromanzia, per le quali fece relazione a D. Gio. Sances, non nascondendo che alcune di quelle scritture furono prese dall'Auditor Moccia, ed altre rimasero presso di lui, le quali offrì di esibire al tribunale dopo di averne fatto parola al Sances.
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