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      Dietro altra dimanda disse che il Gagliardo avea "molta mala fama e di huomo pessimo, et in particolare di essere necromante et fattochiaro, e di essersi dato al demonio in anima et in corpo, et che ne li havea fatta una scritta col suo sangue". - Venne poi finalmente ridotto anche il Moya a comparire. Il 26 aprile il Vescovo di Caserta ordinò contro di lui una nuova citazione per sentirsi dichiarare scomunicato coll'affissione de' cedoloni, e non avendo il Moya neanche questa volta obbedito, il 29 aprile lo dichiarò scomunicato, ordinando che fosse come tale pubblicato mediante i cedoloni affissi ne' luoghi pubblici della città, dandone all'uopo la relativa bozza(307). Ed ecco, affissi i cedoloni, immediatamente il Moya innanzi al Vescovo di Caserta, il 1° maggio, a scusarsi, dichiararsi pronto a deporre, dimandare l'assoluzione; e nella stessa data, raccolto l'esame ed emanato il decreto di assoluzione, venendo questa commessa al Curato di S. Anna di Palazzo, che senza perdita di tempo assolvè il Moya ed anche i domestici di lui, accorsi a chiedere egualmente l'assoluzione per avere parlato con lui ne' due giorni ne' quali egli trovavasi scomunicato. Ben poco intanto ci tratterrà il suo esame che fu raccolto dal solo Notaro Prezioso(308). D. Cristofaro de Moya, della città di Mensiner nella nuova Castiglia, narrò l'istanza fattagli da un carcerato calabrese, di cui non si rammentava il nome, perchè avesse proceduto ad una ricerca di scritture proibite nella camera e cassa di fra Dionisio; la ricerca eseguita alla sua presenza dal sergente Alarcon, dal carceriere Martines ed altri; la scoperta di scritture in quella camera ed anche in altre camere di frati delle quali non si rammentava in particolare; la presa della cassa che fu portata al Castellano; e la scoperta di altre scritture in essa contenute; infine la sua andata al Vicerè con le scritture raccolte, per ordine del Castellano, e tutti i particolari che su questo proposito abbiamo a suo tempo esposti.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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