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      239-240). E per finirla intorno a questo processo, notiamo qui, che contro il Calderon dovè aprirsi un processo speciale, poichè non lo troviamo esaminato ulteriormente; contro il Soldaniero, non avendo lui osservato l'obbligo di rimanere in Napoli ed essendosene partito per la Calabria, si prescrisse una apposita informazione, si confiscò la cauzione data, si ordinò a' Cursori quarumvis Curiarum di citarlo a comparire fra tre giorni, sotto pena di essere dichiarato scomunicato oltrechè confesso e convinto del delitto appostogli, e fu carcerato di nuovo in Calabria ma dopo qualche tempo, sicchè avremo agio di parlarne con comodo; relativamente poi al Napolella, essendo stato perdonato dalla Marchesa della Valle, supplicò il Vescovo di Caserta per la sua liberazione, impedita dall'empara interposta dal S.to Officio, e l'ottenne (9 luglio 1602) con la fideiussione di 25 once d'oro prestata da un Michele Cervellone palermitano(315). In tal guisa rimasero sotto il processo già istituito i soli S.ta Croce e Gagliardo. Si ripigliarono dunque gli esami, il 12 luglio, cominciando dal S.ta Croce, il quale si ricorderà che fin dal marzo era stato già esaminato intorno alla rissa e alla ferita inflitta a fra Dionisio (ved. pag. 241-42). Egli fu questa volta esaminato intorno alle cose della fede, e disse che si trovava "lo più maravegliato huomo del mondo" per tale imputazione, negando ad uno ad uno tutti i capi di accusa e qualificandoli invenzioni de' suoi nemici, vale a dire de' frati ed anche del Martines, al quale egli avea "fatto perdere le chiavi" perchè convivea pubblicamente con la cognata nel Castello ed angariava i carcerati con le estorsioni; d'altra parte fece intendere che sebbene in Calabria "li villani e rustici sogliono dire questa parola Santo diavolo, tutta volta li gentil homini e persone civile non lo dicono", ed espose i buoni principii che professava e le divozioni che faceva, ed affermò che prima della rissa pagava cinque grana alla guardia, come le pagavano anche gli altri carcerati, per essere condotto alla Messa.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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