Possiamo oramai tornare a' frati, e innanzi tutto ci conviene dire, che durante l'informazione sulle scritture proibite giunse per loro la sovvenzione prescritta da Roma a' conventi di Calabria, ed attesa fin dal settembre dell'anno precedente; ma non ci volle poco per ricuperarla, e ne fu pure distratta una parte. Si era in marzo 1602; sapevasi che 200 Ducati erano giunti a Napoli con lettera di cambio nelle mani di un frate del convento di S. Domenico, e questo frate non compariva: il Vescovo di Caserta, in data 23 marzo, mandò un precetto al P.e Arcangelo da Napoli priore di S. Domenico, perchè sotto pena di privazione del suo ufficio nel presente, e d'inabilità a qualunque altra dignità e prerogativa nell'avvenire, carcerasse in quel medesimo giorno il frate che avea ricevuto il danaro, e mandasse una fede dell'eseguita carcerazione da doversi trasmettere a S. S.tà in Roma. Con tutto ciò non risulta che il danaro fosse stato immediatamente ricuperato, giacchè, malgrado l'urgentissimo bisogno che se ne sentiva, si cominciò a disporne solamente il 23 maggio. A questa data il Vescovo di Caserta emise i primi ordini di pagamento, ed il Notaro Prezioso li eseguì, essendo stata a lui girata tutta la somma, posta in deposito nel Banco del Sacro Monte della Pietà; nella stessa guisa continuò a farsi di tempo in tempo fino al 9 giugno 1604, giorno in cui stava ancora in cassa un piccolo residuo della somma, e i frati reclamavano, il Vescovo ordinava, Prezioso nicchiava, e vi fu bisogno di un ordine al Prezioso sotto pena di scomunica ipso jure incurrenda!
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