Il 3.° articolo non era neanche messo in discussione; il 2.° articolo provocava la deposizione del Petrolo tanto brutalmente esplicita; il 1.° articolo veniva infermato notabilmente dalle deposizioni del Curato e del Sagrestano male a proposito citati dal Castiglia. Da questo lato dobbiamo rilevare che il Castiglia, il quale veramente avrebbe potuto fare impressione su' Giudici, si mostrò abbastanza impacciato nella sua deposizione; ma ad ogni modo attestò il fatto essenziale, e non si comprende come i Giudici non si fossero creduti in obbligo di udire su quel fatto il Martines ed anche il Domenicano confessore del Pizzoni, che avrebbero potuto recarvi luce grandissima. Tuttavia bisogna ricordare che si era avuta una dichiarazione scritta per conto del Pizzoni vicino a morire, avendo lui voluta sgravare la sua coscienza per quegli scritti di fra Dionisio che si aveva appropriati (ved. pag. 200); e non avrebbe dovuto allora sgravare la sua coscienza, se veramente questa gli rimordeva, sul fatto tanto incomparabilmente più grave che era la sua falsa deposizione? E non avrebbe dovuto fra Dionisio dare per testimone quel Domenicano confessore del Pizzoni, che dicevasi avere avuta la dichiarazione scritta intorno a quel fatto? Relativamente al Petrolo, ben si apponeva fra Pietro di Stilo, che ne dubitava in modo assoluto nello scrivere alle persone di casa Prestinace; il Petrolo non ebbe neanche bisogno del tormento per confermare quanto avea deposto. Temè d'incorrere nell'accusa di falsa testimonianza col disdirsi, o veramente la sua coscienza non gli permise di disdirsi?
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