Il 9 agosto ripeteva le istanze, dietro sollecitazioni avute da D. Gio. Sances "Fiscale di permissione di N. S.re nella causa della rebellione di Calabria"; e nella stessa data il Card.l Borghese gli facea sapere, che scriveva contemporaneamente al Vescovo di Caserta di mandare "il resto delle scritture co' voti de' signori Congiudici", sicchè verso la metà di agosto pervenivano finalmente gli ordini di concludere, e il Vescovo di Caserta era obbligato ad occuparsene senza ritardo.
Dobbiamo aggiungere che in questo tempo fra Pietro Ponzio supplicò di nuovo S. S.tà perchè la sua causa fosse spedita, non essendosi in lui trovata alcuna colpa(328). Il 17 agosto il Card.l S. Giorgio lo partecipava al Nunzio, richiedendolo a nome di S. S.tà che desse informazione sul caso di fra Pietro, e mandandogli perciò una copia del memoriale. In esso fra Pietro dolevasi di aver sofferto innocentemente tre anni di carcere, di essere più volte ricorso al Vicerè, al Nunzio, a D. Pietro de Vera senza aver mai ottenuto nulla, di trovarsi in carcere solamente perchè fratello di fra Dionisio, concludendo col supplicare S. S.tà che si degnasse "ordinare à Mons.r Nuntio, et altri Giudici, che debbano con effetto provederlo di giustitia, giudicandolo secondo la sua propria colpa ò innocenza, et non secondo la ragion di Stato di Ministri temporali, la quale dopo tanto tempo dovria cessare". E il Nunzio, il 23 agosto, rispondeva come già altra volta (ved. pag. 212), che veramente fra Pietro era stato carcerato "più per essere fratello di fra Dionisio.
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