Nel Syntagma de libris propriis troviamo registrato che egli compose la Monarchia dapprima in italiano, e poi essa "giunse nelle mani di tutti, nella lingua italiana e nella latina, dalle collezioni di Gaspare Scioppio e di Cristoforo Flugio". Vedremo più in là che il Flugio fu presso di lui nel 1603 e ne ebbe certamente la Filosofia che il Campanella finì di scrivere dopo la Monarchia; non ci sembra quindi arrischiato l'ammettere che abbia avuta anche la Monarchia in siffatta occasione; lo Scioppio poi ebbe egli pure la Monarchia con diverse altre opere verso la metà del 1607. Volendo prestar fede al Syntagma, bisognerebbe dire che il Campanella abbia voltata in latino la Monarchia innanzi il 1607: ad ogni modo ci pare che le due date diverse della consegna di questo libro, il 1603 e il 1607, dieno la ragione del trovarlo indirizzato una volta semplicemente a D. Alonso, e un'altra volta al Reggente Marthos con tutte quelle altre sfolgoranti circostanze della provenienza e della data. Giacchè appunto nel frattempo, alla fine del gennaio 1604, come si rileva anche dal Carteggio del Residente Veneto, era trapassato il Marthos; avea quindi potuto il nome di lui esser posto in luogo di quello di D. Alonso, rimanendo così eliminata ogni reminiscenza del De Roxas, e fornita una prova più limpida dell'affezione dell'autore agli spagnuoli, se non presso il Governo Vicereale che lo conosceva bene, presso la Curia Romana, l'Imperatore, gli Arciduchi di Austria e il medesimo Re di Spagna, presso tutti i potenti Principi a' quali il povero filosofo ebbe a rivolgersi.
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