Ma non vennero fatte nel libro altre innovazioni, e si può dire che le piccole varianti introdottevi sieno piuttosto dovute a' cattivi amanuensi, giacchè per lungo tempo l'opera, assai ricercata, corse solamente manoscritta tra gli eruditi; del resto un confronto qualunque de' diversi esemplari non è stato mai fatto, e varrebbe la pena di farlo così per questa come per ogni altra opera del Campanella rimasta lungamente manoscritta, poichè nelle varianti potrebbe rilevarsi meglio la mano dell'autore e scoprirsene anche l'animo o piuttosto i bisogni ne' diversi tempi successivi. Si conosce che la Monarchia fu pubblicata per le stampe dapprima in tedesco, senza indicazione di luogo, nel 1623, a cura di Cristoforo Besoldo, il quale l'ebbe certamente dal suo amico Tobia Adami cui fu consegnata dal Campanella con le altre opere sue nel 1613; molto più tardi fu pubblicata in latino, scorso un anno dalla morte dell'autore, in due luoghi e con più edizioni a breve intervallo (Hardevici 1640, Amsteleodami 1640 e poi ancora 1641 e 1643); quindi fu tradotta anche in inglese da Ed. Chilmead con pref. di Wil. Prinae in Londra 1649, ma nell'originale italiano fu pubblicata solamente a' giorni nostri a cura del D'Ancona in Torino 1854(330). Una lettera inedita del Campanella, che noi pubblichiamo, ci mostra che l'autore fino agli ultimi anni della sua prigionia desiderò vivamente che l'opera, insieme con un'altra analoga, fosse data alle stampe, e ne fece dimanda al Vicerè(331); ma sicuramente, allorchè fu libero, non dovè più gradirne la pubblicazione.
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