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      Nel corso di questa narrazione abbiamo visto raccomandata a D.a Ippolita la lettera inviata da Sertorio del Buono a fra Dionisio, che fu poi trovata il 2 agosto 1601 dagli ufficiali del Castello. Nelle poesie, oltre la sua nobiltà affermata con le nozioni storiche suddette, oltre la maestosa bellezza e tanti altri pregi, vediamo esaltata la sua
     
      Generosa pietà, man liberale
     
      e sempre col maggior rispetto, e con una impronta di serietà sovente lasciata da parte nelle altre poesie dirette al bel sesso; onde si vede che effettivamente il Campanella sentiva per lei quanto le esprimeva nel verso
     
      L'altre femine son, tu donna sei
      .
     
      Ma nella terza delle poesie, che è un Madrigale, il Campanella rivela tutta l'intensità della sua gratitudine:
     
      ...mille grazie e benefizii farmivolesti ancor; felici ferri e sassi,
      che stringete i miei passi,
      ringraziar non poss'ionè gioir del sol mio,
      ringrazio voi e di voi più non mi doglio" etc.
     
      Abbastanza analoga a codeste poesie, comunque meno fervorosa, è l'altra seguente, indirizzata a una Sig.ra Olimpia(349): non ci è riuscito interpretare(350) chi abbia potuto esser questa Signora e parrebbe che non abitasse nel Castello, poichè i libri parrocchiali non fanno alcuna menzione di un nome simile; il Campanella ne loda essenzialmente "l'umanità". Lo stesso dobbiamo dire della Sig.ra Maria, della quale il Campanella esalta la grande bellezza ed invoca la cortesia e la pietà, mostrando pure che glie ne avesse dato prova una volta e poi si fosse posta in contegno(351): tali circostanze ci hanno fatto per un momento pensare che potesse trattarsi della Castellana medesima, cugina e moglie di D. Alonso, che varii documenti e perfino il Carteggio dell'Agente Toscano attestano sovranamente bella, e che per la sua posizione sarebbe stata veramente in grado di giovare il Campanella con la pietà; ma non può ritenersi punto consentaneo all'indole de' tempi veder chiamata la Castellana di casa Mendozza col nome di "Sig.ra Maria", e difatti "D.a Maria" o semplicemente "Maria" si trova sempre chiamata ne' libri parrocchiali del Castello.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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