Tolsi l'acqua, applicaila al corpo miogià fracassato dopo lunga guerra
per gran tormento ch'ogni forte atterra,
del medesmo liquor bivendo anch'io"(366).
Abbiamo dunque un Sonetto composto certamente dopo la veglia, a tempo de' bagni, vale a dire in luglio secondo il costume del paese: ma esso non fu il solo, e possiamo con ogni probabilità aggiungervi anche con precedenza due altri Sonetti indirizzati a un "Sig.r Petrillo"; nè ci trattiene il rinvenirli a capo di tutto il gruppo delle poesie appartenenti al periodo di cui discorriamo, giacchè questo potrebbe significare solamente una speciale distinzione(367). Dal primo de' due Sonetti questo Sig.r Petrillo apparisce un fanciullo, o più verosimilmente un giovanetto, leggiadro e riservato, che consola il povero filosofo con la sua presenza, e l'eccita a scrivere nuovamente qualche poesia,
Il vecchio canto a ripigliar m'invita
;
e il filosofo dicendosi pazzo ed incapace di poetare con gusto, apparisce addolorato e affranto addirittura,
Carme ti rendo d'ogni gusto parco,
ch'esce da bocca di dolcezza lungi,
ch'agli ultimi sospiri è fatta varco";
ci parrebbe impossibile riferire simiglianti espressioni, e tutto il resto, ad un tempo diverso da quello che seguì immediatamente la veglia. Con l'altro Sonetto il filosofo loda la bellezza del fanciullo e gli comunica eccellenti riflessioni morali, ma continua sempre ad apparire profondamente mesto, ed anche oppresso dal pensiero dei tradimenti che nella vita si patiscono; e chi era dunque questo Sig.r Petrillo?
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