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      Conosciamo per altro che fra Dionisio se ne andò a Costantinopoli e quivi abbracciò la fede Maomettana: ma le ricerche da noi istituite nell'Archivio Veneto, rovistando il grandioso Carteggio de' Baili, ci han fatto sapere che egli giunse a Costantinopoli nel maggio dell'anno seguente, essendosi trattenuto segretamente sulle galere di Malta, ed avendole lasciate nel trambusto di una fazione vittoriosa di quelle galere contro il castello di Lepanto. Avremo campo di parlarne
      più in là: per ora notiamo che questo incidente faceva peggiorare moltissimo la causa del Campanella.
      Apparve allora un ordine di cattura "a' cursori, aguzzini ed inservienti di qualsivoglia Curia, tanto ecclesiastica quanto secolare, in qualsivoglia luogo, ecclesiastico, secolare, regolare ed anche di Monache comunque dotato di esenzione, non ostante qualunque privilegio", venendo dal tribunale accordate le veci e le voci proprie, ed inculcato a tutti e singoli, ecclesiastici e secolari, di dare aiuto, consiglio e favore necessario ed opportuno all'effetto predetto(384). Quest'ordine si trova in processo senza data, ma non è dubbio che dovè essere emanato propriamente il 17 ottobre; poichè vi si rileva questa circostanza, che al momento in cui fu scritto, vi si parlò solamente della cattura di fra Dionisio fuggito, e poi, con una postilla in margine, vi si aggiunse anche il Bitonto; e non ci manca nemmeno un documento fuori il processo, che attesta essere dapprima venuta al Vescovo di Caserta la notizia della fuga del solo fra Dionisio(385). Un'altra circostanza dobbiamo notare nell'ordine suddetto.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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