Esso fu emanato a nome del Nunzio, del Vescovo di Caserta e del Vicario Alessandro Graziano: era costui il nuovo Vicario generale successo al Vaccari, e da questo momento in poi trovasi in quasi tutti gli Atti co' quali ebbe termine il processo principale.
Ma finalmente con lettera del 29 novembre il Card.l Borghese partecipava la risoluzione della Sacra Congregazione de' Cardinali(386), ed ecco quanto alla presenza di S. S.tà si era risoluto. Pel Campanella, "che sia condannato alle carceri di questo santo Uffitio (int. di Roma) ove perpetuamente sia ritenuto senza speranza alcuna di esserne liberato"; pel Lauriana e fra Pietro di Stilo, "che si dia loro la corda moderatamente... et non sopravenendo cosa che gli aggravi, si facciano abiurare come leggiermente sospetti di heresia, con impor loro alcune penitenze salutari"; pel Petrolo, "che se gli dia la corda più acremente... et non risultando altro, si faccia abiurare come sospetto vehementemente di heresia con imporgli alcune penitenze salutari"; e si aggiungeva per questi ultimi tre frati "l'essilio da tutto cotesto Regno" e l'assegnazione "da' loro superiori" in conventi ne' quali si vivesse con maggiore osservanza, notando essere "mente di N. S.re che per le dette pene... non si pregiudichi nè si ritardi la speditione della causa della pretensa ribellione da farsi da' giudici sopra ciò deputati da S. S.tà". Quanto a fra Paolo, si era risoluto: "che sia rilasciato con imporgli alcune penitenze salutari"; e quanto a fra Pietro Ponzio, "che sia rilasciato liberamente dalle carceri per quello che spetta al santo Uffitio".
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