Adunque la risoluzione della Congregazione Romana non avea punto lo scopo di trarre il Campanella da Napoli a Roma: essa facilitava solamente, e di molto, ciò che il Governo Vicereale bramava, la spedizione della causa della congiura; essa dava modo di far proferire una condanna in quella causa, come una condanna era stata proferita nella causa dell'eresia, senza tener conto della pazzia legalmente accertata! Con ciò non diremo che il Governo Vicereale avesse dovuto rimanerne contento e soddisfatto. Si comprende che esso avrebbe preferita una condanna di degradazione e consegna alla Curia secolare, essendo il Campanella relapso in eresia, come D. Giovanni Sances non avea mancato di ricordare nella sua Allegazione: d'altronde non poteva fargli un'ottima impressione quella condanna di ripiego ad un carcere irremissibile che tale non era di fatto, quel ricordo di doversi codesta pena scontare in Roma, dopo "la speditione della causa della pretensa ribellione da farsi da' giudici sopra ciò deputati da S. S.tà", quasi che tale causa potesse terminare con una condanna a pena insignificante o con un semplice rilascio. Quando vi erano già state tante ragioni od occasioni di sospetti e diffidenze, riesce ben naturale ammettere che tutto ciò venisse ad aggiungere qualche cosa a' sospetti e alle diffidenze. Eppure non abbiamo alcuno indizio che il Governo Vicereale fosse rimasto irritato dalla risoluzione di Roma: se ne rinverrebbe qualche traccia nel Carteggio del Nunzio, come la si rinviene ogni qual volta vi era stato un positivo scontento da parte del Governo.
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