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      Invece se dovessimo credere a ciò che ne disse poi il Campanella nella sua Narrazione, tutto fu fatto per compiacere il Governo; e per verità, quanto a sè, egli aveva ragione di dirlo, poichè Roma avea mostrato di non ritenerlo pazzo, mentre egli avea comprovata col più solenne de' tormenti la sua pazzia. Non sarà inutile ricordare qui le parole del Campanella. "Dopo questo (dopo il suo tormento) fuggio F. Dionisio dalli carceri, e li altri fur liberati; ma solo li frati furo esiliati dal regno per soddisfar alli regi Fiscali, el Campanella in perpetuo carcere del S. Officio in Roma sine spe. Ma perchè li frati condannati a compiacenza d'officiali regi subito in Napoli et altri in Roma fur aggratiati e diventaro priori et officiali nella Religione, e si vide che questa condanna era ad ostentationem fatta dalli ecclesiastici; e sapendo ch'il Campanella senza esser esaminato fu condannato, e la sentenza è nulla per questo e per le appellationi secrete che prima e poi mandò a Roma, non volsero mai permettere che andasse alli carceri di Roma; nè che si facesse la causa sua di ribellione a Napoli" etc. Ma i frati, nella più gran parte, furono liberati dopo tortura e solenne abiura, e se furono di poi graziati dell'esilio, ciò accadeva sempre nelle condanne del S.to Officio, e sarebbe del pari accaduto per lo stesso carcere perpetuo del Campanella: e dopo tutto quello che abbiamo visto, potrebbe mai ritenersi che le condanne con le torture fossero state date a compiacenza degli officiali Regii e ad ostentationem?


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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