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      Naturalmente il Campanella, con la solita astuzia, faceva la parte del distratto: ci toccherà poi di vedere che alcuni cenni, datici da lui in qualche lettera ed anche in qualche opera, confermano sufficientemente le notizie deposte dal Gagliardo; ma già fin d'ora ognuno avrà senza dubbio ravvisato il riscontro che esse offrono con la legge naturale lodata dal Campanella, co' suoi principii metafisici, con le cose esposte nella Città del Sole ed anche cantate nelle Poesie(438). Si ha quindi un gravissimo argomento per non dubitare del racconto del Gagliardo, della relazione del filosofo con D.a Oriana, la quale evidentemente sarebbe la Dianora che abbiamo visto celebrata da lui con un Sonetto, non che dell'essere stati insieme contemporaneamente il Campanella e il Gagliardo "al torrione"; gioverà d'altronde ricordarsi che il Gagliardo dovè passare nel torrione appunto nel secondo semestre del 1603 e rimanervi fino al 2 marzo 1604, essendo stato quello il tempo delle sue strette col S.to Officio, sicchè non ci manca nemmeno l'indizio della data.
      Abbiamo poi anche un documento notevole raccolto in altre scritture d'Inquisizione, che attesta del pari essersi il filosofo, nel periodo anzidetto, trovato nel torrione del Castel nuovo separato dagli altri frati: è la deposizione di un carcerato della Vicaria in una Informazione presa contro fra Pietro di Stilo quando era già uscito dal carcere. Un Ciommo ossia Girolamo dell'Erario, dimandato se fosse mai stato in altre carceri oltre quelle della Vicaria, rispose di essere stato, precisamente verso il marzo 1604, nel Castel nuovo; e "prima (egli disse) fui posto in una fossa dove stetti per otto giorni, dopoi fui levato da la fossa, et fui messo alo torrione dove stava uno che si diceva fusse Campanella, et portava la chierica come portano li frati, non intesi di che ordine fusse, et il Carceriero, et Campanella dicevano che era Calabrese, et per un mese in circa dimorai à quello torrione con lo Campanella, è ci venevano altri carcerati, è poi ne erano levati.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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