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      Manifestamente quindi la data del luglio e agosto 1603 è quella del passaggio "nel torrione del Castello" dove il Campanella di certo si trovava tuttora il 2 marzo 1604, giacchè il Gagliardo difficilmente avrebbe mancato di dirne qualche cosa laddove ne fosse stato tolto prima: risulta perciò ben giustificata anche l'affermazione di Ciommo dell'Erario, d'averlo visto nel torrione in marzo 1604 separato dagli altri frati, e come il non trovare il Campanella contemplato negli ordini di pagamento della sovvenzione ai frati in data del 2 settembre 1603, e 27 febbraio 1604, non implica che egli fosse stato già tradotto a S. Elmo, così non l'implica nemmeno il non trovarsi contemplato in quello del 9 giugno 1604. Vedremo poi che non mancano altri argomenti per farci dire che il Campanella dovè essere tradotto dal torrione nella fossa di S. Elmo appunto verso il luglio 1604. E se vogliamo indagare perchè sia stato posto nel torrione in luglio o agosto 1603, ne troviamo facilmente il motivo, ricordando che appunto in tal tempo giunse la notizia dell'imbarco di fra Dionisio sull'armata turca, con le sue ciarle già narrate della prossima liberazione del Campanella. Il fatto della conversione di fra Dionisio alla fede maomettana, che recava un aggravio manifesto a' giudizii già gravi intorno alle imprese disegnate in Calabria, fu sentito dal Campanella al punto, da vederlo schermirsene con tutti gli argomenti, possibili ed impossibili, in ciascuna delle lettere che scrisse nel 1606-1607, non appena vide la necessità di far udire la sua voce direttamente ai personaggi altolocati.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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