Volendo dunque determinare la data della scoperta delle pratiche di evasione, non ne avremmo altra più verosimile che quella della carcerazione del Marchese di Lavello, cioè il gennaio 1604; e sarebbe pure, naturalmente, di poco anteriore la data della comparsa del diavolo con le sue rivelazioni, e dello spavento incusso a quel Signore che rivelò il disegno della fuga. Potrebbe sembrare una grossa obiezione la difficoltà di una riunione di più individui, perfino con qualcuno estraneo, in una carcere dura: ma bisognerebbe non aver mai conosciuto la curiosità de' carcerieri, prigioni e visitatori di ogni genere, in fatto di cose soprannaturali, sempre supposte feconde di grandi guadagni, in grazia de' quali non c'è nè compromissione nè rischio che valga a trattenere. E se è certo che nel marzo 1604 il Campanella trovavasi tuttora nel torrione del Castel nuovo, bisogna dire che la scoperta delle pratiche di evasione non abbia avuta influenza sul mutamento di Castello, e bisogna trovare un altro motivo per ispiegare il passaggio a Castel S>. Elmo. Ritenendo che questo passaggio sia avvenuto nel luglio 1604, in un tempo del tutto prossimo alla data della lettera con la quale il Nunzio faceva conoscere la avvenuta riunione del tribunale Apostolico, troviamo facilmente il motivo del trasporto a S. Elmo nell'essersi voluto dal Governo che il tribunale si riunisse per la spedizione della causa degli altri frati senza potersi occupare del Campanella, tanto più dopochè il Nunzio aveva insistito nel voler sentenziare egli solo; con ciò ci spieghiamo pure che il Nunzio abbia voluto dissimulare questo avvenimento rincrescevole, compiuto in dispregio di lui e della Curia.
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