Qui un mar di guai confusopien di mostri e di draghi
sopra di me si aduna,
e 'l tuo furor spirando aspra fortuna".
. . . . . . . . . . . . . .
Da gli amici disgiuntosono, e obbrobrio al mio sangue".
. . . . . . . . . . . . . .
La gente del mio semem'allontanasti, e preme
duro carcer gli amici,
altri raminghi vanno ed infelici"(459).
Nelle Canzoni poi in dispregio della morte c'è l'affermazione esplicita di aver visto il diavolo, di gustare già la dottrina di Cristo, di essersi fatto certo dell'immortalità dell'anima, de' futuri premii e pene etc., e nelle note si dice che allora l'autore compose questa Canzone (la 4a) e "scrisse l'Antimachiavellismo", la qual cosa vedremo avvenuta in una data non molto lontana da quella dell'entrata nella fossa:
Or ch'han visto i miei sensinon più opinante son ma testimonio,
nè sciocche pruove ho di secreti immensi,
già gusto quel che sia di Cristo il pane.
Deh sien da noi lontanequelle dottrine che 'l celeste conio
non ha segnato; ch'io vidi il Demonio.
Credendosi i Demon malvagi e fieriindiavolarmi con l'inganni loro,
benchè con mio martoro,
m'han fatto certo ch'io sono immortale,
che sia invisibil più d'un concistoro,
che l'alme uscendo van co' bianchi e neri" etc.(460).
Ben si rileva che il Campanella s'infervorava assai nelle dottrine della Chiesa, e come nelle poesie così vedremo pure nelle prose; ma il lato singolare del fatto è che questo venne determinato propriamente dal diavolo, e potrebbero anche dirsi abbastanza singolari i modi usati da lui nell'esprimere i concetti nuovamente acquistati; vale la pena di farvi attenzione.
| |
Canzoni Cristo Canzone Antimachiavellismo Cristo Demonio Demon Campanella Chiesa
|