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      non licet misero navigantes interrogare
      ); dippiù il ricordo dell'essere a lui pure riuscito, come all'Orsini, di atterrire con lo sguardo e con la voce coloro i quali lo teneano preso, alludendo con ogni probabilità ai momenti più acuti della sua pazzia; e da ultimo il ricordo che "li profeti hoggi si chiamano brabanti (leg. birbanti) et sciagurati dall'empio volgo", alludendo in modo chiarissimo alle condizioni proprie. Ma sopratutto crediamo notevoli varie affermazioni che si direbbero ostentati ripudii delle accuse mossegli nel processo di eresia, e in ispecie le ripetute affermazioni dell'esservi angeli e diavoli indubitatamente, dell'essere "empia" l'opinione che non esistano demonii ma solo esorbitanze d'umore melanconico, dell'essere "una sfacciataggine" negare che l'uomo comunichi con gli angeli e demonii e con Dio; alle quali affermazioni si trovano associate le altre, che "per esperienza propria" avea conosciuto solamente diavoli, i quali gli erano apparsi e si erano sforzati di fargli credere la trasmigrazione delle anime e la mancanza di libero arbitrio, oltrechè gli avevano predette cose vere e false, ed egli avea pregato Dio che gli facesse vedere angeli buoni e non l'avea "mai impetrato", ma era diventato per la malignità del diavolo "più huomo da bene". Taluna di queste proposizioni, così spinte, fu poi alquanto smussata nella traduzione, e così "la sfacciataggine" fu detta "imprudentia": ma l'essere "divenuto più huomo da bene" si elevò a "sanctior evasus"; e in tutti i conti il Campanella aggiunse con asseveranza, "nè questa è esperienza de sciocco nè(465) di bugiardo, che dell'uno et dell'altro sempre mi guardai più che del diavolo stesso", ciò che fu tradotto "nec experientiam narro imperiti, timidi, vel mendacis hominis, utrumque enim vitavi semper sicut pestem diram". Intanto nell'ultimo libro dell'opera si trova notata un'altra circostanza, ma in modo assai oscuro: "Porfirio e Plotino aggiungono che vi siano gli Angeli buoni et perversi, come ogni dì si vede esperienza et io ne ho visto manifesta prova, non quando la cercai, ma quando pensava ad altro (lat. non quando investigatione avida id tentavi sed quando aliud intendebam); però non è meraviglia se al curioso Nerone non sono comparsi": ignoriamo a quale momento il Campanella alluda, ma parlandosi della curiosità di Nerone non soddisfatta, e sapendosi che Nerone volle vedere i diavoli senza potervi riuscire, è certo che finqui il Campanella, ripetendo quanto cantava nelle Poesie, non aveva ancora progredito al punto da essergli comparsi angeli, come poi gli comparvero più tardi, essendosi sempre più ingolfato nelle dottrine de' Santi.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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