Per noi riescono notevoli sopratutto alcune parti di essa, che offrono la confutazione di cose particolarmente addotte nel processo di eresia e contemplate con molta puntualità: così accade p. es. a proposito dell'Eucaristia, ove si parla della "contumelia vermium, muscarum et murium", e si muove la quistione "cur irrisa Eucharistia miracula non facit semper"; egualmente a proposito della "religio colendi imagines", del "colere Crucem in qua repraesentatur crucifixus", del "peccatum Adae", del "transitus maris rubri", etc. etc. Notevoli riescono inoltre le narrazioni circostanziate, ma pur sempre oscure, di quel tale astrologo che istruì un giovane incolto ad invocare gli angeli de' pianeti, d'onde si ebbe la comparsa di diavoli e una quantità di rivelazioni, con la conclusione che essi separarono poi il giovane dall'astrologo e lo trassero a morte violenta: non può qui non colpire che il Campanella parli di un astrologo, e taccia delle posteriori comparse di angeli con le rivelazioni e facoltà ottenute, mentre, al tempo in cui il libro fu compiuto, già con le sue lettere del 1606 al Papa e a' due Cardinali aveva affermato essere stato quel giovane istrutto da lui medesimo, ed avere poi lui medesimo visto altri diavoli e da ultimo angeli; si direbbe che nell'opera egli avesse avuto ritegno di esprimere apertamente quanto si era permesso di esprimere nelle lettere confidenziali(469). E si sa che lo Scioppio non tradusse in tedesco l'opera nè la pubblicò, come l'autore desiderava, e dovè l'autore medesimo pensare a pubblicarla quando divenne affatto libero, nel 1630, ma fu obbligato ad aggiungervi in alcuni punti le autorità de' S.ti Padri, mutando lo stile filosofico in teologico; che più tardi, perfino dopochè l'opera era stata ampiamente approvata e pubblicata, vi si trovarono altri appicchi nè si consentì che fosse ripubblicata, e in somma Roma finì per non rimanerne contenta.
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