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      Onde son fatto possente a difensar con tutto il mondo il Christianesmo; che fui sentinella fin mò dell'opere di Dio. E come la divina Maestà disegna in questo tempo far una greggia et un Pastore, e 'l giudicio dell'errore di tante nationi, e quel che soprastà al Christianesmo: e li sintomi celesti et terrestri del mondo morituro per fuoco, contra li filosofi con S. Pietro et Heraclito. La difficoltà del mondo nuovo, e dell'incarnatione et altri articuli difficultosi, l'esamina delle profetie e miracoli veri e falsi d'ogni setta. Et com'io et altri fummo ingannati dal diavolo aspettando scienza e libertà da lui, credendoci che fosse Angelo, e poi Dio, secondo si fingeva; e come, dopo lunga dieta, Dio benigno condescese al mio desiderio, che mai non fu maligno, se fu erroneo: e presentai memoriale di questa, e molti capi di cose faciende ad utile del Christianesmo. Nondimeno Monsignore Nuntio rispose ch'io era poco humile. Non so se l'ha fatto per provarmi: perchè ben so ch'è scritto nella Sapienza: Qui intuetur illam permanebit confidens: et che l'humiltà è magnanima et non vile, et io certo so che mai non ho bramato dignità nè honori, et a tutti vilissimi servitii ho posto mani. Sed neque me ipsum judico. Monsignor di Caserta fece conseguenza, ch'havendo io vagato per tante sètte, e cercato li miracoli veri e falsi, e le profetie e la novità del secolo, com'egli lesse nel mio processo in Roma, non havevo cattivato me ad ossequium Christi: e che mò voglio far miracoli falsi per scampare o allungar la vita.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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