Colui che aveva iniziato la sua carriera con la "Filosofia dimostrata co' sensi", ed aveva osato concepire un più che audace progetto di riscossa nei campi dello Stato e della Chiesa, non potè appunto profittare dei suoi sensi, dovè abbondare in fantasie, abbondare anche pur troppo in simulazioni; e parecchi i quali emersero di poi sulla folla degl'ignoranti, essendo accorsi al suo privato insegnamento non appena mitigati i rigori del carcere, ne riportarono naturalmente i molti pregi ma anche i gravi difetti. A noi però incombe il debito di spiegare la condotta del Governo e di mostrare che essa non fu capricciosa. Il Campanella era giuridicamente colpevole verso lo Stato, e venne ritenuto inesorabilmente un pericolo continuo per la Spagna: fu questa la maggiore delle sue glorie, e il Governo vi provvide con quella ferocia che era la sua forza.
Ma al martirio del Campanella non contribuì solamente lo Stato. La Chiesa aveva avuto occasione di conoscerlo già da un pezzo, nè poteva non tener conto degli antecedenti; dapprima un grave sospetto di eresia finito con una solenne abiura, poi varie altre imputazioni dello stesso genere ma riuscite a vuoto, da ultimo un disegno di ribellione d'accordo col nemico del nome Cristiano e un mucchio di eresie, accertati con un processo Apostolico ed un processo Inquisitoriale; c'era più di quanto occorresse, per rimaner sorda alle proteste di devozione, e guardare con diffidenza le opere del prigioniero ancorchè riboccanti di fervore religioso.
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