È certo inoltre che quando i Card.li di casa Barberini crederono conveniente di non tirarla troppo con la Spagna, la quale anche venne a rilevarsi di molto con la vittoria di Nordlinga, e d'altro lato Papa Urbano giunse a rinfrancarsi intorno alla sua salute mediante gli esorcismi del rinomato frate della Trinità de' monti, e le predizioni astrologiche di un ebreo Abramo che gli assicuravano 24 anni di regno avendo il Sole nella 9.a casa, il Campanella fu abbandonato all'avarizia e alla perfidia del Card.l Nipote, che desiderava risparmiare lo stipendio accordatogli ed era collegato col Generale de' Domenicani, il cui fratello Ludovico già trattava segretamente col Vicerè di Napoli per conto de' Barberini: così, alla richiesta del Vicerè che voleva riavere il Campanella nelle mani, si facilitò l'andata di lui in Francia donde non sarebbe più tornato, invece dell'andata a Venezia dove egli avrebbe voluto recarsi, e mentre il povero esule era ancora in viaggio, il Card.l Nipote commetteva al Mazarini, Nunzio straordinario in Francia, di "screditarlo"(516). È certo ancora che il Re di Francia lo accolse con benevolenza e gli accordò una pensione per far dispetto a Spagna, ed anche per averne consigli politici, come lo affermò un testimone irrecusabile, il Foerstner, che vide più volte il filosofo in colloquio col Re e col Card.l di Richelieu su materie di Stato; ma poi la pensione non fu più pagata, e rimasero i dileggi del Richelieu ed anche del Mazarini, atti solo a provare una volta di più che in essi non c'era alcun senso di onestà e di giustizia.
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