- Quanto al Bonaventura, può leggersi il Carteggio del Nunzio, Let. di Napoli 2 9bre e 7 10bre, 4 8bre 1602 e 26 7bre 1603; e Lett. di Roma del 30 9bre 1601, 13 7bre 1602, 15 maggio 1604. - Notiamo che negli ultimi giorni della malattia del Vicerè il Nunzio non si trovava in Napoli; avea dovuto recarsi, con suo vivo dispiacere, a Larino, dove il popolo avea chiuso le porte della città in faccia al suo Vescovo Mons.r Vello, e vi si era fatto accompagnare da 50 soldati a cavallo concessigli dal Governo; ved. il suo Carteggio, Lett. da Napoli del 21 7bre, 5 e 15 8bre 1601 etc. e il Carteggio Veneto, Let. del 9 8bre 1601.
(279) Nell'originale "trai". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]
(280) Anche ne' Diurnali di Scipione Guerra, ms. della Biblioteca Nazionale di Napoli (X, B, 11) si trova un Sonetto apparso al tempo della morte del Lemos, che canzona la sua intemperanza e comincia così:
Giungi roba al pignato Satanasso
vien teco a cena l'alma di un ghiottoneche andò mangiando per ogni pontone
con scusa di portar la moglie a spasso" etc.
Nel Carteggio poi del Residente Veneto, una volta in data del 7 7bre 1599, a proposito delle doglianze affisse pe' cantoni circa la carestia, si biasima "la smoderata presunzione et superbia del popolo"; un'altra volta in data del 19 8bre 1601, a proposito delle accuse che si facevano al Lemos estinto, trovasi un'osservazione molto amara, ma che è bene conoscere, perchè rimossa l'esagerazione potrebbe anche offrire qualche cosa da apprendere, ed essa è, che i napoletani "per natura danno sempre per fatto da altri quello che fariano essi se havessero la potestà"!
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