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      (294) Pare che debba leggersi: "a mucciari" che vuol dire "a nascondere"; ma è scritto "amacciari".
      (295) Veramente l'originale dice: "fingi chi mi vidi" etc.; ma non andrebbe nè il senso nè il verso.
      (296) Nell'originale "interpetrarla". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]
      (297) Ved. Doc. 409, pag. 509.
      (298) Nell'originale "esauri". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]
      (299) Ved. Doc. 417, pag. 521.
      (300) Ved. Doc. 418, pag. 522.
      (301) Ved. Doc. 419, pag. 524.
      (302) Ved. Doc. 420, pag. 525.
      (303) Eccola questa scrittura; è brevissima, e possiamo soddisfare chi voglia un saggio di tali scempiaggini: "Arie sequi Cunaim Enamenìcon Amael settantol Coniuro vos per Dom. nostr. Jes. Christ. et Mariae (sic) Virginis matris eius ut statim talis in amore meo corrumpere faciatis." E poi: "Abagator Amon Averamon canus masque pedasque conturbant te
     
     
      (304) Su questa faccenda del matrimonio di D. Andrea de Mendozza, figlio di D.a Isabella de Mendozza 2a moglie e già vedova di D. Pietro Gonzales de MendozzaMarchese della Valle Siciliana e Rende, abbiamo trovato notizie quasi complete nel Carteggio del Nunzio, notizie che non dà il De Lellis (Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli 1654 part. 1a p. 398); ed è bene saperne qualche cosa, poichè madre e figlio abitavano nel Castel nuovo, e in questa faccenda del matrimonio si trovano implicate certe persone che hanno potuto aver relazione col Campanella. Adunque D. Andrea, essendo capitano d'infanteria spagnuola in guarnigione a Bisceglie, s'invaghì di D.a Ilaria Sifola, che abitava in quella città con la madre Beatrice Sassi, ed apparteneva a famiglia nobilissima e potentissima in quella regione, tanto da far correre il proverbio notato dagli scrittori di cose nobiliari, "pe' Sifoli e Palagani non si può vivere in Trani". D. Andrea la sposò e vi si unì, ma la madre Marchesa della Valle montò in tanta collera da far istituire un processo di rescissione di matrimonio nel tribunale del Nunzio; D.a Ilaria Sifola, contro la volontà della Marchesa che avrebbe preferito vederla in un convento, venne sequestrata presso una nobile Signora di Barletta D.a Giulia Gentile, certamente de' nobilissimi Gentili che vantavano nella loro famiglia 14 Conti di Lesina (ved.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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