Vero è che la Camera Apostolica non dava mai nulla e non compensava neanche il Ministro Generale della S.ta Inquisizione; si attesta infatti in una lettera a proposito della morte di Mons. Carlo Baldino predecessore del Vescovo di Caserta, che egli avea "servito 30 anni all'officio dell'Inquisitione senza mercede" (Lett. di Roma del 10 aprile 1598, Filz. 211). In che modo dunque dovea provvedersi alle spese? Ne' tribunali Diocesani vi provvedeva il Vescovo con l'entrate del Vescovado, e infatti in un'altra lettera, scritta a tempo della vacanza della Chiesa Napoletana per la morte del Card.l Gesualdo, si ordina al Nunzio, amministratore temporaneo, che faccia pagare dall'entrate dell'Arcivescovado "le spese del vitto et altre necessarie occorrenti per li carcerati del S.to offitio et speditioni delle loro cause" (Lett. di Roma del 23 maggio 1603, Filz. 218): ma nel tribunale del Ministro Generale dell'Inquisizione potevano sopperire alle spese unicamente le confische delle cauzioni degli "abilitati"; ad ogni modo non avrebbero mai dovuto sopperirvi l'elemosine raccolte in sollievo de' poveri carcerati.
(318) Ved. Doc. 412, pag. 513.
(319) Ved. Doc. cit.
(320) Le scritture della Cappellania maggiore, dalle quali abbiamo desunto i particolari suddetti, sono rappresentate da' Processi della Cappellania maggiore, che avemmo a studiare nel far le ricerche sul chirurgo Scipione Camardella.
(321) Ved. De Lellis, Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli, Nap. 1654 - 71, vol. 2°, part.
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