100.
(375) Ved. Berti, Tommaso Campanella, Nuova Antologia, luglio 1878, p. 217.
(376) La cosa è di un'importanza capitale per l'argomento che trattiamo, e ci si permetterà di riprodurre qui taluni confronti già notati nella 1.a nostra pubblicazione sul Campanella (Il Codice delle lettere etc.) esprimenti certe differenze contemplabili, nella forma e nella sostanza, tra la composizione originaria del libro fatta nel 1602 e rappresentata da' codici napoletani, la versione latina fatta nel 1613 e pubblicata dall'Adami in Frankfort, la 2a edizione della versione latina preparata dopo il 1629 e pubblicata dall'autore in Parigi; quest'ultima veramente differisce dalla penultima quasi sempre per qualche aggiunzione, e volgarizzata a cura di un editore Luganese fu poi riprodotta dal D'Ancona, sicchè possiamo citare l'edizione D'Ancona nell'esporre i confronti, anche perchè essa è più diffusa e popolare. - Circa la forma, si direbbe che con la magniloquenza latina fosse apparso necessario magnificare perfino gl'interlocutori del dialogo, i quali nella composizione originaria del libro erano "Hospitalario, Genovese marinaro", col latino furono promossi ad "Hospitalarius magnus, et Nautarum Gubernator Genuensis hospes", e col volgarizzamento divennero "Il Gran Maestro degli Ospitalieri ed un Ammiraglio Genovese di lui ospite". Oltracciò il Capo Supremo della Repubblica, che dapprima era semplicemente O (con o senza un punto nel mezzo, cioè a dire il Sole, come si mantenne nell'esemplare latino dell'Adami) divenne in sèguito Hoh.
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