In un'altra nota annessa al Madrigale 4.° della "Canzon II al Primo Senno", parlando dello Spirito impuro, disse che esso è per natura mendace, ma aggiunse che "è segno di natura corrotta e viziosa, quando mente non per industria, bisogno e sagacità". L'essere poi stato costretto a fingere, e l'aver finto, si rileva dal Sonetto intitolato "Senno senza forza de' savii esser soggetto alla forza de' pazzi", dove il filosofo ci apparisce ritratto con la maggior fedeltà, essendo quivi citati i suoi presagi, le sue "Regie imprese" e le conseguenze di esse.
(483) Nell'originale "cosi". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]
(484) "Nec potest Macchiavellista dissimulare in hoc aliisque saeculis praeteritis, futurisque, quod argumenta potiora dissimulaverim: nam plura quam ipsi queant imaginari et fortiora apposui, dissolvique per coelestem et humanam philosophiam non semel neque bis, usque ad radices". Così nella lettera proemiale all'Atheismus pubblicata dallo Struvio.
(485) Abbiamo detto che il Campanella fu diversamente ed assai spesso vituperosamente giudicato nella persona e nelle opere sue. Segnatamente circa le opere politiche e religiose, che appunto riguardano più da vicino l'argomento nostro, fu ammessa in lui un'astuzia con frode, un Machiavellismo combattendo il Machiavelli, un Ateismo combattendo gli Atei, la quale ultima proposizione in verità è affatto insulsa. Possono leggersi nel Cyprianus e nell'Echard le testimonianze di questo genere emesse dal Boecler, dal Conringio, dal Voël etc. etc. e non a torto l'Echard fece riflettere che in altrettali giudizii ostili dominava il dispetto de' Protestanti di Germania, i quali furono veramente, per esagerazione di zelo, trattati con molta durezza dal Campanella.
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