Fin dall'intestazione vi si leggo "Gaspari Scioppio... qui se litteratorem exhibet" e dovea dire "liberatorem"; offre poi "politicae XV aphorismos" e dovea dire "CL"; più oltre, "rogo te sis mihi ac tibi dedecori et onori", e dovea dire "ne sis" etc. etc.
(493) La data della morte del Marchese di Lavello Gio. Geronimo trovasi ne' Reg.i delle Significatorie de' Relevii vol. 39, fol. 108. - Quanto al ricupero della Metafisica ved. Doc. 522, pag. 603. L'intervento del Reggente della Vicaria fa ritenere che il Campanella abbia dovuto reclamare pel ricupero dell'opera sua.
(494) Entrambe le lettere sono state da noi pubblicate.
(495) È curioso il vedere che al Re, oltre le promesse solite di edificare una città inespugnabile etc., far che i vascelli navighino senza remi e senza vento, far che le carra camminino col vento con buoni pesi, far che i soldati a cavallo adoperino entrambe le mani senza obbligo di tener la briglia (cose più o meno già dette pure nella Città del Sole), aggiunse straordinariamente la promessa de' "Rimedii di rinnovar la vita ogni 7 anni". Nessuno meglio del Campanella sapeva adattarsi alle persone con le quali avea da fare.
(496) Ved. Il Codice delle lettere etc. pag. 45.
(497) Così nell'Echard, Vita Campanellae, ediz. agg.ta al Cyprianus, Traiecti ad Rhenum, 1741, pag. 175.
(498) Ved. i Nuovi documenti pubblicati dal Berti, Doc. 1.° pag. 29. Ma ci permettiamo di far avvertire che la data di esso, 17 marzo 1607, non può stare; la lettera evidentemente fu scritta dalla Germania e basta riflettere che accenna ad una lettera commendatizia già scritta dall'Arciduca Ferdinando, la qual cosa conosciamo essere avvenuta in gennaio 1608; vedremo poi, nel corso della narrazione, come essa si colleghi a qualche altra lettera pubblicata da noi.
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