(514) Da buon teologo, lo Spagnolio "reverentemente abolì" ciò che avea detto del Campanella e de' congiunti e familiari di lui; pel resto scrisse, "de coeteris, jure, an fraude et calumnia circumventi, saevis sint affecti suppliciis aut morte puniti, nullo modo contendo". Gli riusciva quindi anche indifferente il determinare se ci fosse stata o non ci fosse stata una congiura.
(515) Così nel libro intitolato "Considerations politiques sur les coups d'Etat, Hollande 1679" p. 262 e 277. Il libro era stato stampato anche nel 1667 e 1671 sempre assai dopo la morte dell'autore, e come abbiamo dimostrato nella nostra precedente pubblicazione sul Campanella, esso fu certamente stampato per la prima volta in piccolo numero di esemplari, dovendo rimaner segreto, dopo il 1638; poichè nella dedica al Card.l di Bagno, il quale avea data al Naudeo la commissione di scriverlo, si parla del riposo e degli onori che il Cardinale godeva in Roma dopo sette governi di provincie, una Vicelegazione e due Nunziature, e si sa che tutto questo accadeva dopo il 1638, avendo in tale anno il Cardinale rinunziato il Vescovato di Rieti e preso stanza in Roma. - Quanto al "Panegyricus dictus Urbano VIII Pontif. max. ob beneficia ab ipso in Thom. Campanellam collata, Paris ap. Sebast. Cramoisy 1644", esso reca in fine la data del 1632, e sebbene nel titolo ed anche nella dedica si affermi essere stato "recitato" ad Urbano VIII, e l'Echard aggiunga che appunto nel 1632 questo sia accaduto "coram percelebri omnium ordinum consessu", gioverà conoscere un brano di lettera autografa inedita dello stesso Naudeo, che riportiamo tra i Documenti (ved.
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