Il medesimo documento mi ha fornito un altro fatto nel cap. VII; ch'è accresciuto ancora dalla lettera di Carlo d'Angiò, che diè contezza dalla rivoluzione a Filippo l'Ardito, e gli domandò soccorso; senza accennare il menomo sospetto di Pietro d'Aragona o d'alcuna congiura, e senza punto ingannarsi su le difficoltà del racquisto della Sicilia. Non manca qualche notizia cavata dalle nuove carte nei cap. VIII, IX, X ed XI; come le negoziazioni di Filippo l'Ardito con Genova; di Pietro d'Aragona co' cittadini di Roma, e col re di Tunis; le preghiere che Carlo d'Angiò moribondo indirizzava al re di Francia, ec. È rimutato il principio del cap. XII per alcuni diplomi che svelan le pratiche della corte di Francia su la guerra d'Aragona. Un breve di Martino IV, tra gli altri, dà a vedere come il parlamento di Francia fosse l'arbitro di questa impresa; e con che audacia la contrastasse.
E scorrendo i cap. XIII e XIV si potrebbero osservare qua e là, altri particolari su le negoziazioni che portarono i re d'Aragona ad abbandonar la Sicilia; onde questa innalzò al trono Federigo II. Una poesia provenzale di Federigo, con la risposta d'un suo cavaliere, mi fecero aggiugnere alcuni righi nel cap. XV; come altri versi provenzali mi avean suggerito qualche parola ne' cap. V, XII e XIII, su Carlo d'Angiò, Pietro e Giacomo d'Aragona. Nello stesso cap. notansi altri documenti su l'ammiraglio Loria; nel XVII confermansi i particolari della battaglia della Falconarìa, con una lettera di Carlo II di Napoli a Filippo il Bello, piena di lusinghe e di preghiere, per ottener novelli soccorsi dalla corte di Francia.
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