Fin d'Affrica sursero per lui due perduti uomini del sangue regio di Castiglia, Arrigo e Federigo; che di lor patria fuggiti, combatteano a' soldi del re di Tunisi; e infastiditi, o a lui venuti in sospetto, rituffaronsi nelle brighe de' battezzati: ma Arrigo ancora cocea privato rancore contro Carlo, perchè avendogli dato in presto, quand'ei si preparava alla impresa, una grossa somma di danari raccolta da lui in Affrica e serbata a Genova, Carlo, preso il regno, nè dette feudi o stati ad Arrigo, nè rendea la moneta, ma menzogne di cortesia; e stucco de' richiami(16) dello Spagnuolo, gli parlò leonino(17). Perciò Arrigo cercava vendetta. Ad annodar que' fili giravan di qua, di là i più vivi partigiani; Corrado Capece corse e ricorse tra Lamagna e Tunisi. E fur sì destri, che l'anno stesso sessantasette Corradino, con quattro migliaia di cavalli tedeschi e parecchie di soldati a piè, calava in Verona: Roma tumultuando chiamava senatore don Arrigo di Castiglia: si levavano da per tutto i Ghibellini: tumultuava la Sicilia contro re Carlo.
Perchè don Federigo e Capece non prima sepper la passata di Corradino, che mosser d'Affrica, sì come s'era ordinato, a rizzare in quest'isola l'insegna sveva. Con una ventina di cavalli, e poche centinaia di fanti raunaticci, spagnuoli, toscani, tedeschi, saraceni, posero sulle spiagge meridionali a Sciacca. Capece si promulga vicario del re; spaccia messaggi ai già disposti e consapevoli; bandisce la proclamazione di Corradino, esortante i popoli a sorger nella santa causa di lui: fanciullo, l'avevan tradito il fratel del padre suo, il pastor supremo della Chiesa; or adulto, e in sull'armi, e affidato nella lealtà dei sudditi, veniva a scacciare l'oppressor loro, l'usurpatore del regno.
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