Frequentissimi inoltre i violenti comandi a giustizieri, a portulani, a segreti per anticipazioni delle tasse da riscuotersi; e non meno eran gli imprestiti, che da privati, da comuni richiedea il re, e a sua voglia faceane i patti, e pagava a sua voglia(55).
Peggiore, e universal danno recò l'alterazion delle monete, tanto o quanto ben governate dagli Svevi, mentre nella più parte degli stati d'Europa il fisco ne traea grossa entrata; che è a dir le magagnava grossamente(56). E Carlo, imitatore degli Svevi nel mal solo, seguì in questo gli esempi di fuori, e andò oltre com'ei solea. Fa coniare in Napoli, in luogo degli antichi agostali, carlini e mezzi carlini d'oro, con vocabolo preso dal suo nome e pervenuto infino a questi presenti tempi, del medesimo valore degli agostali, com'affermava, e di metallo purissimo; e nello editto stesso smentiasi, affidando il corso di questo suo conio al terror de' supplizi; perchè comandava con la solita immanità, che dando o ricevendo carlini di oro per valor minore dello edittale, gli officiali suoi ne avessero pena la pubblicazion de' beni e 'l taglio della mano; i privati fosser marchiati in faccia con la propria moneta arroventata su i carboni ardenti(57). Ogni anno poi, e talvolta entro un anno più volte, stampava a Messina ed a Brindisi la bassa moneta, d'una trista lega di molto rame con pochissimi grani d'argento, di quella specie chiamata un tempo erosa, ed or biglione; il qual conio addimandavasi danari, e perchè altrimenti non si potea mettere in circolazione, si dispensava per forza agli abitanti di ciascuna terra o città, che dovean torselo al disorbitante valor edittale, e pagarne tanta buona moneta d'oro o d'argento.
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