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      Occupansi a capriccio i côlti de' privati; tramutansi in foreste; proclamasi il fatal bando della caccia; ed è uom perduto chi non pure un cervo uccida o un camoscio, ma solamente in que' luoghi soggiorni o passi, e a' boscaiuoli regi non aggradi. Incessanti perquisizioni fan quelli, per fame e selvatichezza più intristiti: alla insolenza aggiugnendo l'insidia, spesso ripongon di furto ne' tuguri alcuna pelle o altro avanzo di cacciagione; e frugan poi; s'infingon trovarlo, e la misera famigliuola inabbissano. Lor parchi allargavan anco i baroni ad esempio del re; con pari giustizia acquistandoli, con pari umanità guardandoli. Infinita la molestia dunque: e ben era ragione che per procacciar un'ora di diporto a quegli eletti, lagrimasse e affamasse lunghi anni la vile bordaglia(69).
      Il gran Federigo, aggravando le tasse, disusato avea i servigi almeno; ineguali maniere di contribuzione, ai sudditi molestissime, disdicevoli al governo, e male accordantisi con quel sì ordinato dispotismo, ch'avea egli in mente. Or la nuova avarizia assottigliata in ogni parte, i servigi richiese, senza tor le gravezze poste in luogo di quelli. Onde non solo volle il militare servigio, e l'armamento delle navi, non mai discontinuati per l'addietro, ma solo talvolta ricattati con la contribuzione ch'adoa appellavasi o adoamento; ma cento altri ne ricercò de' più riposti e strani. Scrivonsi a servir sulle regie navi marinai e non marinai: chi s'asconde o fugge, è perseguitato senza mercede: i genitori, i fratelli, le sorelle imprigionansi, affinchè il contumace per amor loro si dia volontariamente nelle rabide mani de' commissari(70). Intanto costretti i comuni a mandar il danaro delle collette in ogni luogo ove al re piaccia(71): costretti i cittadini a portarlo tra i rischi e i disagi, fabbricati dal mal governo medesimo.


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La guerra del Vespro sicialiano
o Un periodo delle istorie sicialiane
di Michele Amari
1843 pagine 912

   





Federigo