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      Verghe, marchio, e bando pei furti infino al valor di uno augustale(81); infino a un'oncia taglio della mano; oltre un'oncia la morte(82). Applicavasi al fisco la terza parte de' furti ricuperati(83). Una grossa multa in ragion della popolazione si riscuotea sulle terre, ove, seguito un omicidio, il reo non si scoprisse: per la occultazione studiata, gastighi maggiori(84). E avvenia che il magistrato (giustiziere chiamavasi, e girava per tutta la provincia) intendendo il misfatto, correa, minacciava, investigava; addottogli l'accusato, negava di rilasciarlo sotto malleveria, ch'era beneficio della legge(85); ma strettosel tra le ugne e pelatolo, l'assolvea spesso poi per moneta; e il re godeane, riscuotendo la multa sul comune, come per non trovato delinquente(86). Le prigioni di tal giustizia penale ognuno le immagini, e condanni d'esagerazione poi la rimostranza de' Siciliani che citammo di sopra! "Altri, essa dice, è inghiottito dall'abisso di perpetuo carcere; carcere non quale costruì la giustizia, o la severità stessa delle leggi, a custodia, non a gastigo de' malfattori. È vinta la umana immaginativa dagli orrori ch'io vidi. Giace a Napoli sotto il pendio d'immensa rupe una spelonca, fatta carcere da questi stranieri, tetra e negra oltre natura, flagellata sempre dal mare che la circonda, scrollata e minacciata dalle tempeste. Orrida è di torture, di supplizi: che mostrano a' prigioni qual termine s'apparecchi a lor guai: un acerbo dolore ti trafigge all'udirvi gemiti, stridi, sospiri, aneliti de' languenti in catene.


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La guerra del Vespro sicialiano
o Un periodo delle istorie sicialiane
di Michele Amari
1843 pagine 912

   





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