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      Questo fu tanti anni il covile de' miseri abitanti del regno; il sollazzo de' tiranni. Lo costruì il furor della spada: or passiamo alla fame dell'oro," dice lo scritto, e continua le maledizioni(87), meritate dal governo in cui la trasgressione delle leggi s'ammendava con la crudeltà; l'avarizia del fisco, la corruzione de' magistrati, la rapacità de' lor famigliari moltiplicando senza limite que' disordini, rendean prima sorgente di mali l'amministrazione della giustizia, che del viver civile esser dee legame e comodo primo(88).
      E la detta fin qui parrebbe mansuetudine e clemenza, al paragone de' procedimenti contro i delitti di maestà. Vinto Corradino, il dicemmo, orribilmente vendicavasi il re; ma al superbo animo non bastava. Comandò che per volger di tempo non si lasciasse giammai la caccia de' ribelli: presi, s'impiccassero tosto per la gola: alle forche con loro chi pietoso li ricettasse: chi veggendoli non facesse la spia, ad arbitrio del re sarebbe punito(89). Generali intanto e parziali inquisizioni criminali, sitibonde, infaticabili, inaccesse a pietà, sovr'ambo i reami si stendono(90); fanno a gara con le inquisizioni dell'azienda; alle persone miran dapprima, ai beni poi de' sospetti; registrano sottilmente tutte le entrate; rintracciano le decorse; ai mobili dan di piglio(91). Tutto confisca il re: divide la preda co' suoi; e loro assicura il mal dato con una prescrizione brevissima alle ragioni dei terzi su que' beni(92). E i signori in questo mezzo, trucidati cadeano, o trafugavansi in esiglio; scacciate dalle avite case le lor famiglie, nobili già e opulente, accattavan per Dio, o, dolor più acerbo, invan supplici al re per alcuno scarso sussidio(93); e il re il ricusava spesso; e spogliò d'ogni cosa una moglie che delle proprie sostanze l'esule sposo avea sovvenuto(94). Questa rabbia infine confondendo ogni principio, portò Carlo a una legge: che i figliuoli de' rei di stato non potessero maritarsi senza espressa licenza del re, quasi razza d'animali feroci da non lasciarsi riprodurre senza pericolo(95). Pari divieto, guidate dalla feudal ragione, stabiliron già le nostre leggi normanne per le eredi de' feudi; usollo Federigo severamente; e a suo costume abusaval re Carlo.


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La guerra del Vespro sicialiano
o Un periodo delle istorie sicialiane
di Michele Amari
1843 pagine 912

   





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