Immensi materiali raccolgonsi nell'arsenal di Messina, e in altri porti dell'isola e di terraferma: sudano i valenti artigiani di Messina e Palermo a fabbricar arme ed arnesi: scemansi a fornir la cavalleria gli armenti di val di Mazzara; munizioni d'ogni sorta s'apprestano in ogni luogo(170). Cento galee di corso, dugento uscieri, che navi eran da trasporto, e teride, e altri legni assai metteansi in punto. Capitanati da quaranta conti, ben diecimila cavalli e un'oste innumerevole di fanti s'istruivano al gran passaggio(171). Debolmente potrebbe resistere il Paleologo; sarebbe occupata Costantinopoli, la Morea, tutto l'impero; darrebbesi corpo ai titoli regî d'Albania, di Gerusalemme. Non delirava Carlo, se pensava a questo; e immaginava l'Italia spartita tra lui e il papa; e vedea brillare nelle sue mani la spada di Belisario e lo scettro di Giustiniano.
Ma l'Italia ch'era base a que' vasti disegni, già mancava a Carlo d'Angiò. Dico di tutta l'Italia dal Lilibeo alle Alpi, perchè in tutta veggo sparse uguali opinioni. L'amor patrio di municipio, che tanto giovò, e tanto nocque alla Italia, per sua natura sdegnava le dominazioni straniere; e tendeva a scacciarle, quando le avea messo su l'interesse d'una fazione. I Guelfi stessi e i Ghibellini, mentre nimicavano la nazione contraria a lor nome, non troppo si fidavano dell'amica: e similmente la corte di Roma chiamava gli oltramontani per signoreggiar l'Italia col mezzo loro, e non altro. Così tra il tumulto di tante passioni di municipio, di parte, e del pontificato stesso, parlava agli animi la segreta voce del sentimento nazionale latino.
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