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      gridarono; e 'l grido, come voce di Dio, dicon le istorie de' tempi, eccheggiò, per tutta la campagna, penetrò tutti i cuori. Cadono su Droetto vittime dell'una e dell'altra gente: e la moltitudine si scompiglia, si spande, si serra; i nostri con sassi, bastoni, e coltelli disperatamente abbaruffavansi con gli armati da capo a piè; cercavanli; incalzavanli; e seguiano orribili casi tra gli apparecchi festivi, e le rovesciate mense macchiate di sangue. La forza del popolo spiegossi, e soperchiò. Breve indi la zuffa; grossa la strage de' nostri: ma eran dugento i Francesi, e ne cadder dugento(193).
      Alla quieta città corrono i sollevati, sanguinosi, ansanti, squassando le rapite armi, gridando l'onta e la vendetta: "Morte ai Francesi!" e qual ne trovano va a fil di spada. La vista, la parola, l'arcano linguaggio delle passioni, sommossero in un istante il popol tutto. Nel bollor del tumulto fecero, o si fece dassè condottiero, Ruggier Mastrangelo, nobil uomo: e il popolo ingrossava; spartito a stuoli, stormeggiava per le contrade, spezzava porte, frugava ogni angolo, ogni latebra: "Morte ai Francesi!" e percuotonli, e squarcianli; e chi non arriva a ferire, schiamazza ed applaude. S'era il giustiziere a tal subito romore chiuso nel forte palagio: e in un momento, chiamandolo a morte, una rabbiosa moltitudine circonda il palagio; abbatte i ripari; infellonita irrompe: ma il giustiziere le sfuggì, che ferito in volto, tra le cadenti tenebre e 'l trambusto, inosservato montando a cavallo con due famigliari soli, rapidissimo s'involò. Intanto per ogni luogo infuriava la strage; nè posò per la notte soppraggiunta; e rincrudì la dimane; e l'ultrice rabbia non pure si spense, ma il sangue nemico fu che mancolle(194). Duemila Francesi furono morti in quel primo scoppio(195). Negossi ai lor cadaveri la sepoltura de' battezzati(196); ma poi si scavò qualche carnaio ai miserandi avanzi(197); e la tradizione ci addita la colonna sormontata di ferrea croce(198), che pose in un di quei luoghi la pietà cristiana, forse assai dopo il tempo della vendetta.


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La guerra del Vespro sicialiano
o Un periodo delle istorie sicialiane
di Michele Amari
1843 pagine 912

   





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