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      Per tali cagioni, e per l'impeto del movimento che nacque dal popolo, par siano stati democratici al tutto quegli ordinamenti repubblicani d'aprile milledugentottantadue. E in vero le deliberazioni pił importanti si presero dal popol convocato in piazza(237). Come le cittą libere d'Italia, le nostre si tenner l'una dall'altra indipendenti; ma ammonite dal pericolo che ognun vedea sovrastare, si strinsero in lega a mutua difesa e guarentigia(238); se per marche o province o unitamente nell'isola tutta, non ben si ritrae da' pochi diplomi avanzati infino a' nostri tempi, nč da' cronisti, che dir delle leggi o non sapeano, o sdegnavano. Dubbio indi č se per deliberazione della lega venissero sostituiti agli antichi giustizieri, o se fossero stati eletti capitani di popolo da tutti i comuni d'una o pił province, que' che Saba Malaspina registra: Alamanno(239), capitano in val di Noto e poi in tutta l'isola; Santoro da Lentini, in val Demone e nel pian di Milazzo; Giovanni Foresta, in quel di Lentini; Simone da Calafatimi nei monti de' Lombardi; e altri in altre regioni e cittą(240): uomini ed ordini oggi oscuri, perchč nulla operarono, o perchč poco durarono; sendo sopraggiunto a capo di cinque mesi re Pietro, e prima prevalsa la fazione che, messa gił la repubblica, chiamollo al trono. Nč sembra che questi, o altri siano stati rivestiti della potestą che or chiameremmo esecutiva; perchč niun vestigio di loro autoritą abbiamo nelle carte pubbliche nostre(241), o nelle fiere invettive della corte di Roma; ma in tutti i ricordi del tempo si scorge che le cittą, soprattutto Palermo e Messina, che vantaggiavano ogni altra di riputazione e di forza, operassero come corpi politici, collegati con le altre e non contaminati da discordia, ma independenti.


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La guerra del Vespro sicialiano
o Un periodo delle istorie sicialiane
di Michele Amari
1843 pagine 912

   





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