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      A un assalto pertanto si deliberò, universale ed estremo(282). Era il quattordici di settembre. Allo schiarire del dì, appresentossi l'oste a cerchio, dal piano, dal monte in ordinanza, con macchine e infiniti ordegni; splendenti in lor armature cavalcano per le schiere i baroni; Carlo esorta i suoi a combatter no, sclamava, ma a far macello de' vili borghesi. A un tempo l'armata con una tramontana gagliarda, a golfo lanciato investia la bocca del porto; ed era primo in fila uno smisurato naviglio, pien d'uomini e di macchine, guernito di cuoia contro i fuochi, il quale col possente urto spezzasse la catena. Ma questa Alaimo avea con maravigliosa cura affortificato. Schieravansi dentro dalla catena quattordici galee armate di strenua gioventù, e tramezze sei navi cariche di mangani e altri ingegni; fuori, s'ascondean tese sott'acqua, grosse reti che rompessero il momento degli ostili navigli: sorgea sulla riva un ridotto di forte legname; e in quello munitissimi d'arme i combattenti più feroci.
      Quivi la prima zuffa appiccossi. Difilandosi la maggior nave sopra il ridotto d'Alaimo, impigliasi nelle reti, con sassi e dardi tempestanla i nostri, le gittano i fuochi, le squarcian le vele; e mentre pur tenea la battaglia, saltato il vento a ostro, tutta sdrucita e sgomenata fu forza che si ritraesse, e la flotta con lei. Il perchè tutta la virtù de' difenditori alla parte di terra fu volta; ove terribile e diverso tante turbe portavan l'assalto. Qui a far breccia drizzano i gatti(283) contro la muraglia, o sottentrano a zapparla da pie'; qui ov'è più bassa, appoggian le scale, approcciano le cicogne(284); gli altri stuoli co' tiri delle saette fan prova a cacciar dallo spaldo i Messinesi.


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La guerra del Vespro sicialiano
o Un periodo delle istorie sicialiane
di Michele Amari
1843 pagine 912

   





Carlo Alaimo Alaimo Messinesi